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Trovarsi in sintonia col soggetto



Il test di ascolto è in assoluto il più raffinato come possibilità di palpazione. I tessuti hanno memoria del passato, e il nostro scopo è leggere la storia di cui essi sono impregnati.

Si stabilisce un dialogo passivo; il paziente non ha padronanza delle informazioni che riceviamo dalle fasce, perché ci sono trasmesse a livello incosciente. Se non si riesce ad ottenere un giusto contatto, non si ricevono risposte. Conosciamo il soggetto attraverso i suoi tessuti, agendo con gran rispetto come se dovessimo chiedere il permesso per dialogare con essi.

 

Neutralità del terapeuta.

La lettura dei tessuti deve avvenire in stretta imparzialità per essere efficace.

Il terapeuta si deve apprestare al compito senza alcun tipo di preconcetto ed essere totalmente passivo e dedito all'ascolto. Deve rispettare il ritmo del paziente, senza imporre il proprio ritmo, altrimenti si ottiene una non risposta o una risposta falsata. Ciò non è così scontato, per mancanza d'abitudine, o perché la motilità tarda a manifestarsi e il terapeuta ha la tendenza a proiettare il proprio ritmo sui tessuti del paziente, rilevando così solo il proprio movimento.

L'attenzione dev'essere posta esclusivamente su quello che accade a livello del contatto, lasciandosi guidare dai tessuti soggiacenti. Ciò richiede una disponibilità e una concentrazione massima, per ottenere una risposta rapida.

Al momento in cui tutti i parametri sono rispettati il test inizia veramente. Solo quando i tessuti accetteranno di dialogare con il terapeuta, riveleranno le loro distorsioni, il dolore: la storia.

Riuscendo a rimanere totalmente in ascolto del paziente, è stupefacente la rapidità con cui i suoi tessuti si mettono a "dialogare". Più rapidamente s'instaura uno stato di confidenza, più repentina sarà la risposta.

Si avrà l'impressione di movimenti molto ampi, come se il fatto d'essere in sintonia costituisse un amplificatore del micromovimenti ricercati.

Un solo momento di distrazione, un gesto troppo brusco o una negligenza del terapeuta saranno sufficienti ad interrompere il dialogo. Non è necessario un tempo troppo lungo per testare la motilità; può accadere che si rimanga delle ore in contatto col tessuto senza trarne la minima informazione.

 

B- I TEST D'ASCOLTO

Lo scopo di questi test è d'indagare sulle anomalie dei tessuti molli.

Un'anomalia si definisce solo in rapporto alla normalità, per questo è essenziale definire il concetto di normalità

 

La normalità

Include diversi parametri che la mano deve registrare spontaneamente:

- La temperatura dei tessuti. Sebbene la pelle possa presentare delle differenze di temperatura seguendo le zone considerate, deve essere inscritta in una range di normalità, al bisogno paragonata con la propria temperatura o con quella di un'altra zona.

Frequentemente si constata un'elevazione della temperatura sopra i valori soglia, che traduce una reazione soggiacente. Può succedere anche che si verifichi una temperatura sotto-liminare, tale caso è riscontrato soprattutto nei piedi e nelle mani.

- la trama dei tessuti. Questi devono essere elastici, duttili al tatto, facili da deprimere, di un'elasticità normale, e nemmeno troppo tesi né troppo flosci. L'elasticità varia in funzione delle fasce esaminate.

- il movimento dei tessuti: sebbene certi abbiano una direzione preferenziale, come vedremo più avanti, nell'insieme si può attestare la normalità quando il movimento è armonioso in tutte le direzioni dello spazio. Al momento in cui si pone la mano su questo, si deve avere l'impressione di una fluttuazione su tutti i piani, come se ponessimo la mano su un corpo molle che ondeggia sull'acqua. Non dev'essere privilegiata nessuna direzione, e se si nota un micro spostamento attivo, i tessuti soggiacenti devono seguire senza restrizioni.

- il ritmo dei tessuti. Si è detto che i tessuti sono sede di movimenti ritmici, la cui periodicità si distribuisce su una scala da 8 a 14 cicli al minuto. I valori che stanno al di sotto o sopra a questo ritmo possono essere ritenuti come anomalie, nella maggior parte dei casi. Si consideri però che alcuni soggetti hanno valori leggermente fuori da tali soglie, senza necessariamente essere anomali.

 

E' necessario sapere anche che il ritmo può variare seguendo lo stato attuale del paziente e che se può essere facilmente riscontrato in alcune zone, parte anteriore dei membri inferiori, torace, cranio, in altre zone è molto difficile se non impossibile evidenziarlo (parteposteriore, coscia, natiche, zona dorsale, addome).

Una parentesi merita l'addome; è tanto difficile sentire il ritmo della fascia superficiale, quanto è relativamente facile diagnosticare attraverso questo le diverse fasce intra-addominali.

L'anatomia umana ci riserva qualche contraddizione incomprensibile, che non è meno reale.

 

3) L'ascolto in piedi.

Spesso il test è preceduto da un ascolto in piedi.

Il soggetto tiene le gambe leggermente divaricate, sguardo orizzontale, occhi chiusi. Il terapeuta si posiziona dietro al paziente, pone delicatamente la sua mano piatta sulla testa del soggetto, senza indurre compressione.

Frequentemente si verifica un movimento del corpo in una flessione anteriore, antero-laterale o posteriore. Il fatto di aver posizionato un punto fisso sulla testa crea un abbinamento tra il suolo e la testa, e le fasce comprese tra i due punti si mettono in movimento, qualora comportino un punto di fissazione. Per questo si verificano delle inclinazioni del tutto involontarie, essendo il punto di fissazione un fattore di focalizzazione delle tensioni che generano una flessione del corpo verso quella zona.

Ciò permette di asserire l'esistenza di un problema nel quadrante in cui si colloca, benché non si possa trarre solo attraverso questo test una diagnosi formale.

In questo modo s'illustra perfettamente la dinamica delle fasce nella meccanica generale del corpo. Nelle persone depresse le fasce sono generalmente implicate. Bisogna vigilare su questi pazienti perché cadono facilmente all'indietro, ed è necessario esser pronti al sorreggerli.

 

4) L'ascolto degli arti inferiori.

Per quel che riguarda il test di ascolto generale, la modalità consiste nel porre una mano su una regione del corpo allo scopo di rilevare un'anomalia sottostante.

Si possono anche porre due mani ad una certa distanza, sentendo se la motilità si stabilisce tra i due punti di contatto in modo normale o perturbato.

La finalità è quella di mettere le mani su una zona qualunque del corpo e trarne informazioni su qualunque restrizione a distanza; ciò si raggiunge con una lunga esperienza ed una sensibilità affinata. Ciò non è per niente semplice, ma alcune persone ci riescono bene, benché rare.

Per tornare ai membri inferiori, i protocolli dei test saranno descritti con le varianti: il soggetto è disteso supino e perfettamente rilassato. Le mani si pongono piatte sulla superficie dorsale dei piedi, notando l'armonia dei movimenti o eventualmente un'attrazione preferenziale verso una determinata zona, che in tal caso costituisce un asse lesionale: il cambiamento della struttura dei tessuti connettivi dovuto a un qualunque trauma crea un vettore preferenziale di movimento non fisiologico. E' sufficiente seguire passo passo la direzione della tensione per arrivare esattamente al punto o alla zona iniziale. Per aver conferma di cià che sentiamo passivamente è sufficiente creare un microspostamento della mano, più intenzionale che reale. Se ci si muove nel senso della restrizione ciò avverrà facilmente. Se si vuole andare in senso inverso si avvertirà una tensione che impedisce di allontanare la mano. Le modalità e i principi dei test di motilità saranno gli stessi a livello di qualsiasi area del corpo; quindi non sarà necessario descriverli ulteriormente. Ogni test d'ascolto è eseguito in posizione di decubito, partendo dal piede e muovendosi verso il bacino.

a) Ascolto dell’articolazione del ginocchio e della caviglia

Caviglia: una mano posta sulla faccia dorsale del piede, l’altra sul bordo inferiore della tibia. Nella normalità noi dovremmo sentire un movimento armonioso in tutti i piani dello spazio, come se mobilizzassimo una rotula.

Ginocchio: una mano a livello della tuberosità tibiale (fig 88) l’altra nella parte inferiore del femore, escludendo la rotula. Nella normalità dovremmo sentire un movimento che si armonizzi in tutti i piani dello spazio come se mobilizzassimo una rotula.

b) Ascolto coscia-gamba (fig 89)

Una mano appoggiata al centro della coscia, l’altra mano sulla faccia antero-esterna della tibia. La mano cefalica registrerà un movimento di rotazione esterna ed interna, con predominanza di quest’ultima, la mano caudale registrerà un movimento con predominanza di rotazione esterna

Abbiamo visto che le fasce dell’arto inferiore sono composte da fibre di diverse direzioni; nel meccanismo congiunto coscia-gamba sono le fibre a obliquità interna che predominano a livello della coscia e a obliquità esterna a livello della gamba.

 

 

c) Ascolto globale degli arti inferiori (fig 90)

Il terapeuta si situa lateralmente al soggetto guardandolo in direzione cefalica. Appoggiare una mano ben piatta sulla faccia antero-laterale della parte inferiore della coscia. Registreremo un movimento generale dell’arto inferiore a predominanza di rotazione esterna; in effetti le fasce nel loro insieme sono molto più spesse e resistenti nella loro parte antero-esterna. L’ascolto può avvenire in maniera bilaterale.

 

4) Ascolto degli arti superiori

Come abbiamo già segnalato l’ascolto dei tessuti dell’arto superiore si rivela nettamente più delicato rispetto a quello degli arti inferiori, se non, in alcuni casi, addirittura impossibile. Ciò deriva dalla particolarità di questo segmento corporeo che sembra impiantato in derivazione sul resto del corpo. Se noi poniamo la nostra mano sulla faccia dorsale della mano del soggetto, nella normalità l’indicazione di motilità è ben minore che nell’arto inferiore, e ciò avviene anche nell’ascolto segmentario.

 

 

 



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