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K- LE CICATRICI E LE ADERENZE



È sempre più raro incontrare una persona senza cicatrici e quando queste sono perturbanti devono essere sistematicamente trattate perché costituiscono la lesione primaria.

Si tratta la cicatrice in superficie a livello del tessuto cicatriziale attraverso degli stiramenti longitudinali e trasversali. Si passa poia la lavoro in profondità, perché è a questo livello che si hanno psesso perturbazioni. Una volta trovato l’asse di fissazione preferenziale si stira progressivamente in senso inverso alla restrizione. Si ritorna al punto di partenza per reintrodurre uno stiramento rispettando le possibilità dei tessuti e includendo progressivamente gli altri assi. Se necessario si fissa con l’altra mano la porzione di fascia opposta. Si termina tramite un ascolto induzione che deve mettere in evidenza una migliore motilità dei tessuti sottogiacenti. Ripetiamo che non si tratta di soppprimere le aderenze perché solo un bisturi potrà farlo ma queste a forza di irritazioni perdono tutta l’elasticità e finiscono per inibire l’organo vicino e per fissarlo. Si tratta di ritrovare semplicemente una certa possibilità di elasticità come è nel potere di tutti i tessuti; dopo il trattamento sulla cicatrice un organo potrà ritrovare una funzione normale. Citiamo semplicemente due esempi su tanti. È frequente incontrare una stitichezza destra in seguito a una cicatrice da appendicectomia e a volte un semplice lavoro su questa ristabilisce un transito normale. Il secondo esempio riguarda un paziente che in seguito ad episiotomia presenta una dispareunia superficiale che impedisce tutto il rapporto. Un solo trattamento del tessuto cicatriziale è sufficiente affinchè tutto ritorni nella normalità. Potremmo moltiplicare gli esempi sebbene non tutte le cicatrici reagiscano al nostro trattamento; ma proponiamo una soluzione diversa pensando che sarebbe dannoso privarne il paziente.

Cronologia del trattamento

 

Vorremmo ripetere prima di tutto che il trattamento deve essere inizialmente locale. È più elegante, soddisfacente, efficace, andere all’origine del problema per apportarne una correzione, solo in seguito potremmo cercare una correzione globale a distanza su una catena lesionale indotta dalla fissazione d’origine. Possiamo allora riequilibrare tutto il corpo attorno ad una fissazione puntuale che ha generato un percorso lesionale più o meno esteso. La riequilibro di alcune fasce non necessita di un trattamento diretto. L’ascolto sarà immediatamente seguito da una induzione e riverificato da un ascolto. Se dobbiamo applicare un trattamento diretto cominciamo da un ascolto induzione , questo ci permette di prendere contatto con i tessuti del soggetto e di stabilire un dialogo con questi; inoltre ci permette di abbassare leggermente la soglia di irritazione. In un secondo tempo si passa ad un trattamento diretto.

In un terzo tempo si torna ad un ascolto induzione seguito da un ascolto. È importante ritestare tutti i nostri parametri alla fine del trattamento: dolore, mobilità funzionale; non ci dimentichiamo che è questo che rassicura il soggetto sul buon fondamento della nostra azione.

 

Indicazioni e controindicazioni

 

Tenuto conto della non aggressività delle tecniche fasciali e delle modifiche che possono generare a livello dei tessuti, tanto sul sistema di difesa quanto sul loro metabolismo, le indicazione delle tecniche tissutali sembrano praticamente illimitate. Sembra logico pensare che un lavoro di ascolto induzione possa essere applicato a tutti i casi. Le controindicazioni sono più relative che formali. Consigliamo di adottare grande prudenza in caso di infezioni. È sconsigliato inoltre applicare delle tecniche dirette su dei tessuti iperalgici o in corso di infiammazione acuta. Tutte le tensioni o le masse non identificate formalmente come uno stato di tensione del tessuto non dovrà in alcun modo essere la sede di tecniche dirette. In modo generale una prima controindicazione consiste nel non prendere in carico un paziente di cui non abbiamo compreso nè la storia né il problema; indirizzarlo ad una persona più competente è la parte più elementare di prudenza e saggezza. Anche se il trattamento attraverso le fasce può applicarsi praticamente a tutti i casi, non costituisce la panacea, soprattutto se sarà adottato dopo molto tempo. Occupa un grande posto nell’arte di curare, ma occorre che abbia il suo giusto posto.

 

INDICE

EMBRIOLOGIA pg 2

Formazione del disco embrionario didermico pg 2

Formazione del disco embrionario tridermico pg 4

Differenziazione dei foglietti e determinazione dell’embrione pg 5

§ Deriva del mesoblasta

§ Deriva dell’ectoblasta

§ Deriva dell’endoblasta

Meccanismo di sviluppo embrionario pg 12

§ Fenomeni isto e biochimici

§ Fenomeni biocinetici e biodinamici

 

ANATOMIA DELLE FASCE pg 17

Fascia superficialis pg 17

Aponeurosi esternepg 17

§ Aponeurosi epicranica

§ Aponeurosi della faccia

§ Aponeurosi cervicale superficiale

§ Aponeurosi del tronco

o Aponeurosi posteriore

o Aponeurosi anteriore

o Fascia iliaca

§ Aponeurosi dell’arto superiore pag 26

o Aponeurosi della spalla

o Aponeurosi brachiale

o Aponeurosi antibrachiale

o Aponeurosi della mano

§ Aponeurosi interne

o Aponeurosi cervicale media pag 43

o Aponeurosi cervicale profonda pag 44

o Fascia endotoracica pag47

o Fascia trasversale pag 48

§ Aponeurosi del perineo e del piccolo bacino

o Aponeurosi perineale superficiale pag 50

o Aponeurosi perineale media pag 51

o Aponeurosi perineale profonda pag 52

o Aponeurosi annesse al perineo



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